destionegiorno
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Nato a Palermo, 55 anni fa, segue gli studi tecnici, non per effettiva scelta, diplomandosi in elettrotecnica nel 1985. Nel medesimo anno, però, tormentato dalla ricerca del senso della vita, decide di seguire la strada del poverello di Assisi, e quindi intraprende la lunga strada degli studi ... (continua)
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Un bacio vale la maledizione di un addio
se all'alba rivedrò il suo volto
e vorrò rivivere mille albe per il sapore delle sue labbra
e in ogni maledizione sognerò di rivederlo
rimanendo ancora appeso alle sue... leggi...
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Il nostro amore, l’amore di chi vive dentro mura d’assenza
quello che svuota i crimini della loro stessa essenza
quell’amore che grida nel silenzio delle carceri
quello che fa silenzio tra le braccia d’una madre
questo amore, il nostro amore, è... leggi...
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Merlino
| Haiu u cuori vunciu comu na ciaramedda
ca mi pari Natali senza musica e macari surdu
-nno piettu cientu palummi ca camurriinu
comu li vuci ri matri ri l’ucciarduni
ca iastimianu a sorti ri figghi nuccienti
e nun si runanu paci ravanti a santi e cherubini
Una gaggia chi puorti aperti ca m’imprigiuna
rintra li manu r’un sartu ca cusi iuorna piersi
fra milli buttuna ri tonachi maliritti
ca ri ali r’ancili s’avianu vistutu
Pusai a tiesta supra a to pacienza
e ascutai l’amuri ca fa chianciri pa so grannizza
e a vriognia arrussicau a facci e u pinsieru
Comu si nia un bieni ca t’arrivota u stuomacu
e i carizzi r’una matri cu centu manu?
Arricuogghiu ogni giurizio e mutu cantu li to biddizzi
ca u iuornu si pripara a duormiri rintra i to vrazza
Angosciato
Ho il cuore gonfio come una zampogna
che mi sembra Natale senza musica e magari sordo
-nel petto cento colombi che camurriinu (che rompono, che scocciano)
come le voci delle madri dell’Ucciardone (carcere di Palermo)
che bestemmiano la sorte di figli innocenti
e non si danno pace (pregando) davanti a santi e cherubini
Una gabbia con le porte aperte che mi imprigiona
dentro le mani d’un sarto che cuce giorni persi
fra mille bottoni di tonache maledette
che di ali d’angeli si erano vestiti
Posai la testa sopra la Tua pazienza
e sentii l’amore che fa piangere per la sua grandezza
e la vergogna irrorò di sangue la faccia e il pensiero
Come si può negare un bene che ti fa borbottare la pancia
e le carezze di una madre con cento mani?
Raccolgo ogni giudizio, e muto canto le Tue bellezze
che il giorno si prepara a dormire dentro le Tue braccia |
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«un faccia a faccia con l'ineffabile volto dell'Infinito che di raggiante vita riempie ogni dolore» |
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